Dominique Gonzalez-Foerster, Trèfle, 2006 (PAV Parco Arte Vivente, Torino)
CAMILLA BARESANI
racconta Trèfle di Dominique Gonzalez-Foerster
PAV Parco Arte Vivente
Ci sono opere che necessitano di essere decrittate: per interpretarle vanno messe in campo biografia, poetica, gusti e disgusti dell’artista che le ha create. Vai al museo, nel parco, nella casa del ricco collezionista e parte la spiegazione, come con certi piatti cervellotici di grandi chef. Ma con Trèfle succede il contrario: finisce che non senti l’urgenza di conoscere il percorso intellettuale dell’artista, dimentichi le scuole e le controscuole, non tenti un’interpretazione a partire dal genere di gallerista che rappresenta l’opera.
Perché un quadrifoglio è un quadrifoglio, un prato è un prato, una passeggiata è una passeggiata. Se volete sapere com’è Tréfle, provate a immaginare un paesaggio di campagna. Partiamo dal verde cangiante dell’erba: luccicante e gonfia di clorofilla in primavera; insenapita, che vira al tabacco, nell’avanzare dell’estate; poi di un verde che inacidisce nel limone in autunno – di tanto in tanto melmosa per le piogge; infine ritratta, scricchiolante di brina, a volte innevata, durante l’inverno.
Ma attenzione: dentro il prato c’è un gambo, il gambo di un quadrifoglio. Non è appoggiato sul tappeto erboso, bensì scavato dentro, con i contorni di ciottoli – come muretti a secco - che sui lati ne sostengono le pareti. C’è un’atmosfera da Dorsetshire, e vi sentite la Tess dei D’Uberville dei momenti buoni, quando innamorata e speranzosa cammina lungo sentieri contornati da pietre che delimitano confini misteriosi. Imboccate dunque il solco del gambo, risalendolo, sinché il sentiero si biforca, a destra e a sinistra: adesso siete nel contorno scavato intorno ai petali di un quadrifoglio. Prendete il sentiero da un lato o dall’altro – fa lo stesso – e passeggiate lungo il perimetro. Ora risalite dai contorni protettivi in cui vi eravate nascosti e arrampicatevi sul bordo erboso del fiore; entrate nei petali del quadrifoglio, guardatevi intorno, sentitevi al centro di una simmetria che evoca perfezione, fortuna, fusione nella natura. Chi avrà disegnato un simile luogo senza tempo? Alieni scesi da un UFO? Una setta religiosa della preistoria? Antichi romani? No. Si chiama Dominique Gonzalez-Foerster, ed è nata nel 1965 a Strasburgo. Grazie Dominique.